Fase 2, Governo: no a richieste Sardegna. Boccia: “Rispettare il decreto”

Fase 2: Governo dice no a richieste Sardegna

Il Governo dice no alle richieste della Sardegna e delle altre Regioni guidate dal centrodestra per la fase 2 dell’emergenza coronavirus. Dure le parole del ministro degli Affari regionali Francesco Boccia: “Rispettare il decreto o ci sarà diffida”.

Ieri in una lettera inviata al Governo e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, le Regioni di centrodestra chiedevano di: “Passare dalla logica dell’uniformità alla logica dell’uguaglianza, attraverso una modifica dell’assetto del Dpcm del 26 aprile e la messa a punto di un sistema di collaborazione tra Governo e Regioni, in cui il primo adotti le linee guida di riferimento e le seconde possano adattarle alle specifiche condizioni dei territori, calibrando le aperture delle varie attività produttive anche con l’applicazione di regole meno stringenti di quelle previste a livello nazionale, laddove la situazione epidemiologica risulti migliorata e i modelli previsionali di contagio in sostenuta decrescita”. 

La risposta del Governo è arrivata in serata da parte del ministro Boccia, durante la videoconferenza con i governatori delle Regioni: “In base al monitoraggio delle prossime settimane ci potranno essere dal 18 maggio scelte differenziate tra le regioni sulle riaperture di attività. Più i contagi andranno giù, più la sanità territoriale sarà in sicurezza, più si potrà riaprire secondo un monitoraggio che discuterete con il ministro Speranza. Definito il monitoraggio si potrà procedere a differenziazioni”. E poi il ministro conclude: “Propongo un metodo perché le ordinanze regionali siano coerenti con il Dpcm”.

Da quanto si apprende se i governatori dovessero emanare ordinanze “non coerenti” con il decreto, prevedendo un allentamento delle misure, il ministro interverrà chiedendo la rimozione delle regole regionali in contrasto con quelle governative. In caso le ordinanze non dovessero essere rimosse, il ministro Boccia ha spiegato ai governatori che il Governo è pronto anche a dare diffida e a rivolgersi alla Tar o alla Consulta per mettere fine a eventuali contrasti riguardanti le norme di regolamentazione della fase 2.

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