
Secondo il prof. Crisanti la Sardegna potrebbe riaprire anche domani, il perché lo spiega in un’intervista rilasciata a Il Giornale. La tesi del prof. non si basa affatto sull’utilizzare la Sardegna come laboratorio di sperimentazione per la fase 2. Ipotesi che in parecchi avevano sostenuto dopo una recente intervista del professore. Crisanti sostiene invece che la riapertura deve partire da quelle regioni che presentano una bassa diffusione del virus. Il prof. Andrea Crisanti è ordinario all’Università di Padova e direttore del laboratorio di Microbiologia del Policlinico. È diventato famoso alle cronache perché insieme al suo team ha circoscritto il virus a Vo’ Euganeo, facendo tamponi a tappeto a tutta la popolazione del piccolo paese del Veneto.
Perché la Sardegna – “Si potrebbe riaprire già domani – spiega Crisanti – ma in modo ragionato, ovvero non tutti insieme e soprattutto non nelle regioni dove i contagi sono ancora moltissimi e la percentuale di crescita è sostenuta. Io aprirei soltanto in due, massimo tre regioni con diffusione bassa del virus. Per esempio in Sardegna che è isolata, poi in un’altra regione al sud sempre con un numero basso di contagiati. Successivamente in una regione del Nord per studiare che cosa succede anche nel caso di un’area ad alta industrializzazione. Io sceglierei il Veneto perché ha queste caratteristiche e qui il contenimento del virus ha funzionato meglio rispetto alla Lombardia o al Piemonte”.
No a riapertura totale – “Si riapra a scaglioni – continua il prof. – e per una settimana studiamo che cosa succede nelle aree prescelte. Se dovessero esplodere nuovi focolai saremmo in grado di circoscriverli concentrando lì tutta la potenza per l’identificazione, l’isolamento e il tracciamento dei positivi e dei loro contatti. Tutto quello che abbiamo imparato in queste settimane. E avremmo un modello per capire meglio il comportamento del virus”.
Rischio nuovi contagi – “Non ci sono dubbi che con la riapertura il rischio che il coronavirus riprenda la sua corsa è elevatissimo. Gli italiani hanno fatto enormi sacrifici che al momento hanno evitato che ci fossero ancora più vittime. Ma se si riprende così nel disordine – conclude Crisanti – quei sacrifici saranno vanificati e dovremo ricominciare da capo”.